E dunque eravamo lì, lo scorso 2 aprile, di sabato, dapprima in piazza a Manduria dove era stata organizzata, dagli antirazzisti, pacifisti ed altri attivisti, una manifestazione contro il sistema 'tendopoli' e contro ogni guerra.
E dopo l'intervento, acclamatissimo, di Vendola molti dei partecipanti, tra cui noi, circa un centinaio, ma anche di più, ci siamo diretti verso la tendopoli, sulla strada di Oria. Già giungendo, da lontano, si poteva assistere allo 'spettacolo' infinito e agghiacciante delle tende che quasi si perdevano all'orizzonte, ché il campo emanava disumanità già dalle sue stesse dimensioni.
Tuttavia credo che nessuno di noi si aspettasse quello che poi è accaduto all'ingresso. Una fila di poliziotti pronti ad impedirci qualsiasi accesso al campo. Il nostro intento era quello di visitare gli immigrati, incontrarci, esprimere loro la nostra solidarietà, far sentire loro che nessuno di noi ne ha paura, che sono voci messe in giro solo per creare emergenza e quindi soldi, consensi... che una gran parte degli Italiani ritiene e crede che i diritti umani debbano essere rispettati per tutti, senza distinzione di... etc. etc. etc.
Ma nemmeno con queste argomentazioni siamo riusciti a passare, tranquillizzandoli, cioè, sulle nostre buone intenzioni, se il loro dovere fosse quello di 'proteggerli'. Poi abbiamo deciso di 'spingere'... eravamo tanti, potevamo farcela, loro lì solo una decina o poco più... Da noi solo un timido tentativo, ma poi, così, magicamente, sono apparsi gli altri, quelli col casco e scudo e tenuta antissommossa insomma,
che hanno un po' intimorito la maggior parte di noi, tra cui molti giovani, ma anche meno giovani, famiglie, bambini, che di sicuro non entravamo nel target ove è richiesto quel tipo di intervento... Ci sarebbe senz'altro piaciuto, anzi, che i poliziotti stessi c'avessero accompagnato fin dentro per poter esprimere anch'essi la propria solidarietà ai fratelli... mmm.... ma adesso sto sognando...
Qualcuno, tra cui noi, ci ha provato ad aggirare la 'catena' poliziesca, svoltando lì sul lato sinistro, avvicinandoci cioè alla rete dalla quale si vedevano fuggire ragazzi davanti ai poliziottti che invece restavano dov'erano, mentre noi cercavamo almeno di intravedere qualcuno di questi ragazzi e far sentire loro la nostra vicinanza. Giusto questo. Si chiedeva troppo?
E' stato lì poi che è successo... quello che è successo... ci siamo voltati verso destra richiamati da fragorose grida e dal rumore della libertà... Anche loro, lì da dentro, intanto avevano intravisto il movimento lì davanti, e i tanti di noi che facevano loro cenni di saluto da fuori, credo avessero capito, e così tumultuosamente e allegramente erano riusciti in quello che noi non eravamo riusciti: passare. Gridando liberté! liberté! liberté!
Non siamo più fatti per la rivoluzione, ho pensato... ci siamo impigriti, invecchiati, indeboliti, accomodati, allargati, accorciati, ristretti..? 'Sti ultimi vent'anni è stata dura... e non accenna a diminuire, e noi intanto ci siamo fatti 'grandi' nella lunga attesa di tornare al mondo di 'prima', dove noi già c'eravamo... quello che noi e pochi altri ormai conosciamo... ma che forse rischiamo di dimenticare...
Ma non ho fortunatamente avuto il tempo di intristirmi, ché mi sono trovata 'trascinata' dalla situazione così 'speranzosa' che s'era creata, atmosfera che qui in Italia non si prova da parecchi decenni... per non dire ventenni...
Tutti i TG davano la stessa notizia, una fuga di massa... ma essendo stata lì posso dire esattamente il contrario. Fughe e fughette ce ne sono state, certo, come ogni altro giorno lì a Manduria, alcune, dicevo prima, le abbiamo viste pure noi, e soprattutto lo facevano sotto gli occhi dei poliziotti.
Mi chiedo l'utilità della 'distorsione' della notizia, anche se è sempre la stessa storia: devono far paura.
Dai filmati che seguono invece si vede chiaramente che s'è trattato di un venir fuori e trattenersi con noi (loro ne sono stati capaci noi no, siamo noi che abbiamo più che mai bisogno di loro, diciamocelo), parlarci, dar loro delle sigarette, acqua, cibo, ascoltarli, manifestare insieme... così è andata! Vedete tra i manifestanti qualcuno che ha paura? Ahahahahhah
Qualcuno un po' per l'emozione (ma non credo, il suo amico dice 'polizia'...), un po' per tutto il trascorso trattenuto nel suo animo e nel suo corpo fino a quel momento, non è stato bene, e così s'è anche potuto constatare la mancanza di assistenza di questi luoghi...
Si vede chiaramente che tutti (o quasi, al più) rientrano al campo, non sono andati da nessuna parte, quella sera, signori tg, almeno non più di quanti ne scappavano quotidianamente. Anzi, i loro anziani (che sono molto ascoltati, e tenuti in grande considerazione... anziani poi... rispetto a loro, avranno avuto al massimo 40 anni) cercavano di tenerli buoni e convincerli ad aspettare fiduciosi il permesso 'lecito', li pregava di non scappare, e di resistere... ché l'unico modo per averlo era quello di restare.
Spero che tutti quelli che nel frattempo erano scappati abbiano avuto le stesse possibilità, spero che non ci si sia accaniti sulla scusa del 'clandestino' per rimandarli indietro, erano e sono persone capaci e gentili. E tuttavia non erano e non sono loro il problema dell'Italia, nemmeno uno dei tanti.
E quindi mi fa male all'anima oggi vederli piangere dalla disperazione per i rimpatri, che vanificano e stracciano tutti i loro sogni, e le loro speranze, il loro desiderio di libertà e di futuro, impotenti qua, vederli protestare e non ottenere nulla. Non funziona come da voi in Italia, ragazzi, o come in un qualsiasi altro paese assediato, qua non si scenderà mai in piazza a difendere i propri diritti ed il proprio futuro finchè nelle nostre case arriva il segnale tv.